[Receopinione] Pokémon X & Y

Sono passati esattamente due mesi dal lancio – per la prima volta in contemporanea mondiale – dei nuovi giochi della serie principale di Pokémon, Versione X e Versione Y. Dopo la rottura del day one, variabile da zona a zona, milioni di bambini e ragazzi di ogni età hanno sviscerato il gioco, consumando polpastrelli e touch screen, macinando decine piuttosto che centinaia di ore nell’impresa di diventare Campioni della Lega di Kalos, completare il Pokédex, allevare ed allenare le proprie creature tascabili. È la stessa tiritera che si ripresenta a ogni nuova uscita importante, questa volta però rafforzata dal fattore sorpresa e novità, valso per una volta non solo per i giapponesi, e da una campagna promozionale massiccia volta ad attirare un pubblico quanto più ampio possibile, tanto tra i più giovani quanto tra i veterani, ma soprattutto tra le vecchie leve, coloro che sono rimasti ancorati ai loro ricordi d’infanzia, a Bulbasaur, Charmander e Squirtle, e che faticano a vedere di buon occhio le nuove generazioni.

Kanto starters

Bulbasaur, Charmander e Squirtle: Platan plagia Oak

Il risultato? Un’accoppiata di giochi strepitosa, ma indubbiamente non esente da difetti. Vale la pena in primis far presente come X e Y siano, in fin dei conti, un more of the same: impersonate un ragazzino che si mette in viaggio per tutta la regione in cui vive, accompagnato inizialmente da un Pokémon, il classico starter di tipo Erba, Fuoco o Acqua, il cui obiettivo è quello di formare una squadra di Pokémon, catturarne il più possibile, affrontare i Capipalestra per ottenere le otto medaglie che gli daranno accesso alla Lega, dove avrà modo di affrontare i Super4 e il Campione, e così dimostrarsi l’Allenatore più forte; il tutto mentre sventa i piani di un Team malvagio. La formula è la stessa dal 1996, e non è destinata a cambiare. È sorprendente, perciò, come anche così si respiri un’aria di freschezza e novità sin dal primo minuto di gioco. La grafica tridimensionale gioca in questo un ruolo di primo piano, mostrandoci l’universo Pokémon come non l’abbiamo mai visto, e così anche il comparto audio, che grazie all’hardware del Nintendo 3DS rivela quella che è forse la migliore OST della serie. Ma non è solo una questione tecnica. Certo, i modelli che hanno sostituito i vecchi sprites sono strepitosi, e vedere i nostri Pokémon preferiti a tutto tondo al posto degli ammassi di pixel (sempre più dettagliati, va detto) a cui eravamo abituati fa un certo effetto, ma a ciò si aggiunge molto altro, dalla possibilità di muoversi in diagonale all’aggiunta dei pattini, dalle atmosfere di Kalos – ispirata alla Francia – alla telecamera non più fissa. Un ruolo particolarmente importante è giocato dai personaggi che ci accompagnano nel corso dell’avventura. A partire dalla madre del protagonista, che, per quanto rimanga una mera comparsa di inizio partita, ha un nome, un proprio letto e una carriera, e proseguendo con un gruppo di quattro amici che accompagnano il protagonista nell’arco di tutta la storyline. Tuttavia, se da una parte abbiamo Shana e Calem (per chi ha scelto il personaggio femminile) o Serena (per chi ha scelto il personaggio maschile), rivali e amici con quello spessore minimo tipico della serie, dall’altra troviamo Tierno e Trovato, che sembrano un po’ buttati lì e non sfruttati a dovere. Lo stesso vale per molti degli altri personaggi: se Platan si rivela un professore interessante e originale, risulta difficile considerare Diantha una Campionessa particolarmente memorabile; se Malva ha una sua ragion d’essere, è difficile affermare lo stesso per Astra; se Elisio e Xante sono nemici che, seppur discutibilmente, possono essere considerati interessanti e offrano spunti di riflessione, lo stesso non si può dire delle altre scienziate del Team Flare, che non rendono giustizia ai loro bellissimi artwork. Il Team Flare stesso è una presenza poco carismatica, ma quantomeno più logica di altri suoi predecessori, con un obiettivo definito, sensato, e in grado di apportare al gioco una parvenza di profondità non solo grafica, per quanto non siamo ai livelli del Team Plasma, che attraverso la storia di N ha rappresentato forse l’unica vera vetta nella serie principale. Le punte di diamante nella trama di Pokémon X e Pokémon Y sono probabilmente rappresentate da AZ, originale ed emozionante, e dalle missioni di Bellocchio.

AZ

Il primo incontro con AZ

La sesta generazione

Lo so, sembra scontato e superfluo citarla, ma è un elemento importantissimo per il successo di questi nuovi titoli. La sesta generazione è riuscita a farsi apprezzare dai più grazie alle rivelazioni giuste al momento giusto, ma ha finito per far storcere il naso una volta usciti i giochi, a causa della mancanza di evoluzioni di Pokémon di vecchie generazioni, eccezion fatta per Sylveon, e per via dell’esigua quantità di creature originali, solo una settantina. Il fatto, tuttavia, che per le vie di Kalos si possano trovare Pokémon delle generazioni più disparate – il solo Pokédex regionale è diviso in tre parti da circa 150 Pokémon ciascuna – ha compensato a ciò, e ha permesso alla nuova generazione di integrarsi più facilmente di quanto non abbia fatto la precedente quasi tre anni fa.

Lotta

Hawlucha vs Pangoro

La nuova tabella tipi

L’introduzione del tipo Folletto ha avuto un forte impatto sugli equilibri oramai definiti da diverse generazioni, ma non è stata l’unica novità in questo senso. Il tipo Acciaio ha perso due resistenze, i Pokémon di tipo Elettro sono diventati immuni alla Paralisi, gli Erba alle mosse ‘polvere’ quali Spore, ecc. Gli equilibri sono stati affinati ulteriormente, nel tentativo di migliorare un metagame già di per sé estremamente interessante e complesso. Il tipo Folletto in sé ha anche causato un retyping di diversi vecchi Pokémon… Nel bene e nel male. A Togekiss due debolezze in più fanno tutt’altro che comodo, mentre per Mawile l’aggiunta del secondo tipo ha indubbiamente giovato.

MegaAlakazam

MegaAlakazam

Le megaevoluzioni

Ventotto nuove forme alternative di vecchi Pokémon – dove con “vecchi” intendo delle prime quattro generazioni – hanno fatto il loro debutto in questi giochi sotto il nome di Megaevoluzioni. Croce e delizia dei fan, sono state forse l’elemento più controverso della nuova generazione. Regalando un boost di 100 punti alle Statistiche base (con una sola eccezione), esse hanno reso utilizzabili Pokémon dapprima competitivamente poco utili, ma hanno anche elevato forse troppo le Statistiche di Pokémon che probabilmente non ne avevano bisogno. Certo, megaevolvere ha un prezzo: l’impossibilità di tenere strumenti altri che non siano la Megapietra. E un limite: un solo Pokémon per battaglia può megaevolvere. Suppongo sia superfluo specificare come alcuni Pokémon cambino addirittura tipo e abilità attraverso questo meccanismo. È ancora da verificare quanto sarà forte il loro impatto a livello competitivo, per quanto sembri ormai palese come alcune di queste siano destinate a giocare un ruolo molto importante nel corso del prossimo VGC. Intanto, sono state un gran regalo per i fan di vecchia data, che hanno potuto finalmente vedere Charizard ottenere l’agognato tipo Drago e Mewtwo surclassare, per quanto riguarda le sue Statistiche base, Arceus.

Mega

MegaHoundoom

Il Poké io&te

Il Pokémon-Amie, per noi italiani Poké io&te, è stata una tra le prime nuove feature annunciate, e si è rivelata esattamente quanto atteso: una sorta di Nintendogs in cui coccolare e giocare con i propri Pokémon. Nonostante lo spirito infantile, il Poké io&te è riuscito ad affermarsi e a farsi apprezzare anche tra i giocatori più grandi, complici i meravigliosi modelli tridimensionali dei Pokémon, che abbiamo potuto così osservare e con cui abbiamo potuto interagire da una prospettiva totalmente inedita. A favore di questa feature c’è senza dubbio l’effetto che l’amore dimostrato nei confronti dei propri mostri tascabili produce in battaglia, vantaggioso ed emotivamente coinvolgente; per contro, il meccanismo è estremamente ripetitivo, così che diventa rapidamente tedioso e dimenticato. Lo stesso discorso si applica per i minigiochi, molto semplici ed immediati: divertono, spingono a voler superare ogni record per ottenere il massimo del punteggio, ma non offrono particolari stimoli extra.

Poké io&te

Zoroark nel Poké io&te

Il Super Allenamento Virtuale

Per il SAV vale un discorso simile a quello fatto per il Poké io&te. Anche qui si parla di una serie di minigiochi ripetitivi e che possono dare facilmente a noia, ma oltre alla propria abilità qui conta anche la forza del proprio Pokémon; o, meglio, la quantità di EVs che esso ha accumulato. L’obiettivo del SAV è infatti quello di accumulare EVs in modo diverso dall’usuale, il che permette di allenare il proprio Pokémon anche se appena uscito dall’uovo. Competitivamente parlando, si rivela dunque una feature interessante e utilissima per quanti non abbiano la voglia o la pazienza di contare il numero di Basculin abbattuti, ma assolutamente superflua per tutti gli altri. Menzione d’onore alla possibilità, in un secondo momento, di ottenere strumenti preziosi, quali la maggior parte delle pietre evolutive, accedendo a dei livelli segreti con un Pokémon che abbia accumulato il massimo degli EVs.

Il Player Search System

Il touch screen del 3DS può ospitare, oltre le due feature appena citate, anche il Player Search System, o PSS, una delle novità più importanti di questi giochi. Nulla di eclatante o mai visto, sia chiaro: si tratta semplicemente di una semplificazione estrema dell’accessibilità all’online. Ma, per quanto banale, funziona egregiamente. Pokémon si è sempre caratterizzato come un gioco in cui collaborare è essenziale, e dove con gli amici si può tanto aiutarsi quanto competere. Finita l’era del cavetto, con Diamante e Perla è stata introdotta la GTS, e da lì è stata un’evoluzione continua, che qui raggiunge il suo apice. Attraverso il PSS è possibile vedere chiunque sia connesso, tanto tra i propri amici quanto tra sconosciuti provenienti da qualsiasi parte del globo, e interagire trasmettendo loro Poteri-O o proponendo loro scambi o lotte. È Pokémon finalmente pienamente integrato nell’era di internet. Un salto in avanti necessario e indispensabile.

Nuovi tipi di battaglie

Horde

Helioptile contro un’orda di Hondour

Battaglie aeree, orde e battaglie inverse. Dopo che Bianco e Nero avevano introdotto le battaglie in triplo e quelle a rotazione, sfruttandole tra l’altro malissimo, pare che la lezione non sia stata ancora appresa: le battaglie aeree riescono a fare peggio dei predecessori. Sporadiche e totalmente opzionali, avrebbero potuto offrire anche un interessante livello di sfida, se solo implementate a dovere. Discorso a parte invece per le orde, che contribuiscono a rendere il gioco più coinvolgente e regalano delle chicche niente male. Di battaglia inversa invece ve ne è una sola, che si può ripetere quotidianamente, e manda in fumo tutte le nostre certezze di una vita. Non è quasi da prendere in considerazione, ma sarebbe parecchio interessante rivederla in futuro, perché no, con una palestra dedicata.

La personalizzazione del protagonista

È quello che qualunque giocatore di Pokémon ha sempre desiderato: la possibilità, finalmente, di personalizzare il proprio personaggio con vestiti, accessori (pochi), lenti a contatto e visite dal parrucchiere. Da una parte, il fatto di poter finalmente avere un protagonista diverso non solo di nome da quello dei nostri amici è un sogno che si avvera; dall’altro, le possibilità di personalizzazione non sono così ampie come si sarebbe potuto sperare, in particolare per quanto riguarda il personaggio maschile. È comunque un punto di partenza da cui, si spera, si potrà in prospettiva futura migliorare. Molto carino invece come la principale boutique di Luminopoli non sia disposta a far entrare un personaggio che non sia sufficientemente stiloso.

Shatush

La parrucchiera con gli shatush di Luminopoli

Vivillon

Un paragrafo solo per Vivillon?, e perché mai? Semplice. Vivillon, il fatidico #666 nel Pokèdex Nazionale, è stato in grado da solo di scatenare una caccia al pattern davvero entusiasmante per tutti i collezionisti. Con 18 motivi diversi (e, spoiler!, almeno altri due in arrivo in futuro) e una differenziazione basata sulla locazione geografica del videogiocatore, avere tutti i diversi Vivillon è diventata assoluta priorità per moltissimi Allenatori. Per compensare alla mancanza dei Pigliamosche, ovviamente. Vivillon è diventato, a modo suo, simbolo dello spirito primordiale dei giochi di Pokémon, su scala però ovviamente differente: da quello che poteva essere lo scambio con un compagno di classe, a quello con persone provenienti da ogni angolo del globo. Anche Pokémon si fa interculturale.

Il mio parere su questi giochi, mi pare evidente, è estremamente positivo, nonostante i tanti elementi qua e là che ho esplicitamente criticato. Non ho parlato delle incredibili migliorie apportate al sistema di breeding, che permettono l’allevamento di Pokémon pressoché perfetti con solo una certa dose di pazienza e conoscenze; non ho parlato della mancata implementazione della scelta della difficoltà, dopo che Bianco 2 e Nero 2 ci avevano fatto ben sperare, né dell’estrema semplificazione del sistema di grinding, che quasi annulla il livello di sfida; non ho parlato dell’autocitazionismo continuo da parte dei PNG, con riferimenti a ogni altra regione e a diversi vecchi personaggi, Blu su tutti; non ho parlato degli innumerevoli misteri e riferimenti ad elementi ancora sconosciuti, che possono farci presagire la presenza di DLC futuri, ad ogni modo non confermata. Non ho parlato di un’innumerevole quantità di argomenti che avrebbero meritato attenzione, dai videoclip ai bar, dai Furfrou al Castello Lotta, dal Safari Amici alla Villa Lotta. Non ne ho parlato perché non era mia intenzione analizzare nel dettaglio questi giochi, quanto osservarne in linea di massima i pro e contro con mente lucida, seppur senza pretese di obiettività. Quanto mi pare evidente è, se non altro, come la serie di Pokémon possa sempre, oggi con più forza di prima, attestarsi come uno tra i migliori giochi di ruolo sul mercato. Checché se ne voglia dire.

  • Chromium Acis

    Bella recensione.

  • Pazzoeo

    “AZ, personaggio interessante” non credo proprio, a me non è sembrato così interessante… Te lo fanno conoscere poco, e la feels moment alla fine del gioco è inutile perché appunto non lo conosci, non sai quale era il suo rapporto con Floette, non ti suscita emozioni… Vabbè, del resto Pokémon X è bello.

    • Domingo

      Hai ragione sul fatto che avrebbe meritato più spazio, ma anche così sono riuscito ad apprezzarlo lo stesso e a considerarlo una ventata d’aria nuova in questo panorama… In effetti, è più questione di originalità (l’altro termine che ho usato, oltre “interessante”, era in effetti “originale”), perché è proprio nuovo e diverso da quello che siamo abituati a vedere in questa serie. Non vedo l’ora di rivederlo, dato che ci sono ottime probabilità che abbia più spazio in DLC/terzo gioco/sequel =)

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