Recensione Kill la Kill
Kill la Kill è un anime particolare: alcuni lo additano come mero fanservice, altri come l’erede spirituale di Tengen Toppa Gurren Lagann, non a caso è scritto da Kazuki Nakashima e diretto da Hiroyuki Imaishi, che avevano precedentemente lavorato assieme a Tengen Toppa. Però, a parer mio, nessuna delle due definizioni lo rappresenta bene.
Kill la Kill viene trasmesso per la prima volta il 3 Ottobre 2013 ed in breve tempo si costruisce una buona fama, soprattutto grazie all’impatto visivo che regala. Ed allora ovviamente si grida allo scandalo, perché mai in un anime si era visto così bene il corpo femminile, e mai un anime era stato così provocante.
Kill la Kill è una stronzata senza trama.
Kill la Kill è puro fanservice.
Kill la Kill è fatto solo per vendere.
Grande novità signori: gli anime sono fatti per vendere, e questo ci riesce, ma riesce anche ad offrire un prodotto ottimo, con grandi animazioni, bei disegni, ed una trama che se a prima vista potrebbe sembrare banale, con il passare del tempo diventa sempre più complicata ed interessante (vi ricorda qualcosa?)
Kill la Kill è ambientato in un Giappone post-apocalittico, più precisamente nel liceo Honnouji, capeggiato dalla neo-nazista Satsuki Kiryuin, una scuola dove gli studenti vivono in costante competizione, e generalmente subiscono le peggiori angherie.
Punto centrale e tema portante dell’opera sono gli speciali completi indossati dagli studenti più meritevoli (leggasi: quelli che picchiano di più, o che sono più intelligenti) composte da un particolare materiale denominato biofibra. Esso è in grado di risvegliare i poteri nascosti di ogni persona, rendenola un guerriero formidabile. Queste speciali tute possono avere da 1 a 3 stelle, che indicano la quantità percentuale di biofibra presente in esse.
Fanno eccezione solamente gli abiti della protagonista Ryuko Matoi e di Satsuki, che indossano delle vesti senzienti dette Kamuy, composte al 100% di biofibra. Inutile dire che quest’ultime sono assolutamente più potenti dei normali abiti indossati dal resto della plebaglia.
Parlavamo della protagonista. Ryuko è una giovane ragazza in cerca di vendetta. Il padre le è stato portato via da un misterioso assassino, che ha lasciato metà dell’arma del delitto piantata nel corpo dell’uomo. Tale arma è una gigantesca forbice che ha la peculiarità di riuscire a taglia la biofibra, cosa che le altre armi non possono fare.
Ryuko decide di trasferirsi al liceo Honnouji in cerca di indizi sulla morte del padre. Poco tempo dopo, rivisitando la sua vecchia dimora, troverà seppellita tra le macerie la sua nuova divisa, che rinominerà Senketsu, grazie al suo potere la ragazza diventerà in grado di competere con gli alti gradi della scuola, e darà inizio ad una serie di scontri, nel tentativo di scoprire la verità sull’omicidio di suo padre.
Attorno alla puntata 10 (“I’m Not Your Cute Woman” “Kawaii Onna to Yobanai de” (可愛い女と呼ばないで)), la trama inizia a farsi più interessante e ritmata, mettendo in campo nuovi personaggi e portando rivelazioni inaspettate. Ma non voglio spoilerare altro sulla trama.
Per quanto riguarda la qualità del prodotto, c’è da dire che i disegni e le animazioni sono molto ben realizzate, e sicuramente vi ricorderanno quelle di TTGL se l’avete visto (e dato il suo tocco particolare, non è un male).
Il doppiaggio non mi è dispiaciuto, in particolare la voce delle protagoniste Matoi e Satsuki risulta perfetta per i personaggi.
La sigla iniziale è fantastica, nulla da dire.
Un anime che consiglio? Beh, probabilmente lo guarderete per le qualità delle protagoniste più che per il mio consiglio, ma sì: guardatelo.
Kill la Kill è un plagio?
Poco tempo fa è uscita la notizia che Kill la Kill potrebbe essere un plagio ai danni di Gakuen Noise realizzato da Hiroyuki Oshima e Daisuke Ihara, pubblicato dieci anni fa su Comic Zero Sum, la cui trama sarebbe molto simile a quella di Kill la Kill.
Gakuen Noise è attualmente disponibile online gratuitamente. Aspettiamo le vostre opinioni a riguardo.
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Massimo
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Alfa Beto