RECENSIONE – Don Jon. Levitt la Johansson e i porno.

Eccomi qui, pronto e scattante per questa recensione di Don Jon, il nuovo film con Joseph Gordon-Levitt e, per la prima volta, di Joseph Gordon-Levitt (ho scritto solo due volte il nome completo del giovane neo regista e già lo trovo particolarmente irritante).
Hai letto bene (no, non il riferimento al nome completo): Don Jon è il primo film da regista del giovane attore.
Certo, ha avuto già delle esperienze precedenti alla regia, ma si parla di cortometraggi di ben poca rilevanza, questo è il primo film vero e proprio.
Il risultato? Vuoi sapere cosa ne penso?
Continua la lettura di questo articolo e lo scoprirai.

Sono venuto a conoscenza del film molto prima della sua uscita e, fin dalla “scoperta“, ne ho aspettato in maniera impaziente l’uscita.
Sarà che mi piace Joseph Gordon-Levitt in quanto attore, sarà che apprezzo tanto i suoi “sforzi” per produrre film da solo assecondando la sua passione per la regia, sarà che ben presto ho scoperto che c’era Scarlett Johansson e in quanto esponente del sesso maschile non posso non aspettare con impazienza di vedere la ragazza al cinema (si, potrebbero fioccare commenti non esclusivamente attinenti alle prestazioni cinematografiche riguardo la bellissima attrice… in tal caso è bene che sappiate che non è colpa mia, insomma, l’avete vista?), sarà che, come già detto, è il primo film diretto da Levitt (si, da ora in poi userò solo questa “parte” del cognome, ho esigenze di brevità sapete?), ma questo insieme di fattori ha fatto sì che l’hype fosse tanto e… non fossi, tuttavia, sicuro che il film mi sarebbe piaciuto.
Trattandosi della prima volta per Levitt è perfettamente lecito che il film non sia un capolavoro, anzi, considerando le tante prime volte  di altri registi, era molto più probabile che fosse un disastro.
Fortunatamente, per Levitt e anche per tutti coloro che hanno pagato il biglietto per la visione al cinema, il film non si colloca in nessuno dei due estremi: non è un capolavoro, ovviamente, ma non è nemmeno un disastro.
Sto andando troppo in profondità, però, meglio “ripiegare” e partire, come è giusto che sia, dalla trama:

Jon Martello Jr., soprannominato Don Jon, è un ragazzo italo-americano con una vita regolare e rituale. La messa, la palestra, la discoteca, le ragazze. Ma la sua più grande passione è il porno, lo preferisce addirittura ad un fidanzamento. Finché non incontra Barbara, bellissima ragazza che attirerà l’attenzione di Jon tanto da fargli prendere in considerazione l’idea di abbandonare la grande passione per il porno. Dopo una lunga frequentazione, noiosa, a base di film romantici, Jon abbandona l’idea di una ragazza fissa, ma troverà una donna che gli darà filo da torcere; una donna che frequenta corsi serali con Jon, che fa domande strane e che non disdegna le sveltine in macchina. Sarà una dura prova per Jon.

La trama è questa, niente di più, niente di meno.
Il cast vede Levitt e la Johansson recitare ovviamente nel ruolo di Jon e Barbara, mentre arriva poi Julianne Moore nel ruolo di Esther a mescolare le carte in tavola.
Il cast, insomma, riesce a calarsi perfettamente nelle rispettive parti: non ci sono, né sono “richieste” dalla trama, particolari performance di impegno “attoriale”: pianti, esplosioni di ira, litigi.
Levitt riesce nel suo ruolo di ragazzo scanzonato, latin-lover, improvvisamente innamorato proprio come è riuscito in ruoli ben più impegnativi in altri film.
La Johansson, la conosciamo tutti, diventa sogno per noi ragazzi e realtà per il protagonista del film, realtà e contemporaneamente incubo a causa del suo comportamento, anche lei riesce a svolgere in maniera più che egregia quella parte (relativamente semplice) che le è stata assegnata.
Come era prevedibile la prova “attoriale” più impegnativa viene richiesta alla Moore, l’attrice con più esperienza, che riesce tranquillamente a destreggiarsi nel ruolo di una donna un po’ fuori ma capace di ammaliare il latin-lover Jon e cambiarlo facendolo, davvero, innamorare.
La trama, è evidente e davanti ai vostri occhi, non è quella di un film particolarmente impegnato, ma dietro quella che può sembrare quasi una commedia romantica c’è molto di più.
Jon è un “drogato“, di una droga che non viene ritenuta tale normalmente ma che, di fatto, è una delle più diffuse al mondo.
Il film non si ferma alla critica della diffusione del porno tra gli uomini, anzi, l’argomento è affrontato in maniera ironica: i porno vengono paragonati ai film “normali”, proprio come ai film “normali” vengono dati dei premi lo stesso accade per i porno.
C’è comunque qualcosa di più, qualcosa di nascosto, qualcosa di intuibile nel continuo ripetersi di determinate scene, determinate frasi che ci permette di capire che Levitt-regista vuole criticare qualcosa di più del mondo dei porno e tenta, con tutti i suoi sforzi (a mio avviso riuscendoci), di allontanare il più possibile il film dall’etichetta di “commedia romantica da 4 soldi“.
Il continuo ripetersi di messa, palestra, discoteca, ragazze e il continuo ripetersi delle scene in cui Jon, beh, in cui Jon usufruisce dei porno è un confronto sul quale si costruisce tutto il film. Il riferimento è forse alla vita dei ragazzi moderni, di fatto, piena di “vuoti” che vengono colmati da qualsiasi cosa capace facilmente di diventare “dipendenza”: la passione per la casa, la religione, la passione per il corpo, quella per la vita notturna e per le conquiste sono dipendenze reali dei ragazzi d’oggi proprio come Jon ha una dipendenza dal porno.
La regia di Levitt, però, riesce a non far pesare questa critica, la quale anzi non è affatto evidente, tant’è che solo occhi attenti riescono a notare quanto Levitt ha voluto, chiaramente, tenere nascosto, nascosto dal film, dalla vita patinata e dalle vicende amorose di Jon, proprio come nella vita dei ragazzi di oggi.
Voto: 7/10

Il film fila bene, è scanzonato, recitato bene, permette di passare del tempo divertendosi in maniera spensierata e, solo se si vuole, senza alcun obbligo, di aprire gli occhi e pensare a qualcosa di più.

Cosa ne pensi di questa recensione? E del film?
Mi raccomando, avrei potuto parlarne ancora a lungo ma mi riservo di farlo nei commenti con te, magari intavolare un bel discorso, sono impaziente.

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