Recensione The Legend Of Zelda: A Link Between Worlds

Fra la voglia di accontentare i giocatori del passato e di attirarne di nuovi del mercato odierno, ci troviamo davanti al nuovo capitolo della saga di The Legend Of Zelda che detta nuovi standard in futuro sia all’interno della stessa saga, che all’interno della ludoteca per il Nintendo 3DS

link1The Legend Of Zelda: A Link Between Worlds rappresenta un episodio molto particolare per la serie targata Nintendo, in quanto è un capitolo della serie che si colloca perfettamente a metà fra un remake, in quanto ogni aspetto della struttura del gioco rimanda in maniera anche nostalgica al capitolo per SNES, e un seguito (in Giappone infatti si chiama Zelda no Densetsu: Kamigami no Triforce 2) non solo per quel A Link To The Past, che rappresenta una pietra miliare per l’industria, ma anche un capitolo da cui ripartire per l’intero franchise. Il titolo appunto in primis “tradisce” la peculiare abilità di Link di trasformarsi in un ritratto in grado di appiccicarsi sui vari muri e così passare attraverso delle fenditure fra i suddetti due mondi: Hyrule, splendente e colorata, e Lorule, scura e decadente. Questa abilità viene usata in maniera intelligente e geniale per tutto l’arco del gioco, donando un ulteriore dimensione al tutto, invogliandoti a immergersi in ogni muro e anfratto non solo alla scoperta o di rupie nascoste o di cuori, ma viene sfruttata sapientemente per tutta la durata dell’avventura per evitare le ronde dei nemici, arrivare in punti (apparentemente) irraggiungibili del mondo di gioco e soprattutto per risolvere gli enigmi sparsi nei vari dungeon.

I dungeon appunto, i VERI protagonisti di ogni Zelda che si rispetti. Qui si attestano su livelli eccezionali di level design sia per quanto riguarda quantità e soprattutto qualità, rimanendo per tutta la durata dell’avventura sempre freschi, originali e, soprattutto, necessitano sempre di impegno e di ingegno per completarli. Ogni volta che ci si addentra in un nuovo dungeon ci trova di fronte ad un esempio lampante della genialità degli uomini Nintendo nel creare enigmi, stanze e combattimenti sempre intriganti e impegnativi ma mai troppo difficili o frustranti (in ogni caso possono arrivare in aiuto del prode Link degli spettri chiamati Fantaiuto in cambio di qualche moneta Streetpass) e sempre divertenti. Altrettanto ottimi sono i boss che forse non rimarranno scolpiti nella memoria di ogni fan di Zelda ma sono numerosi e molto divertenti da affrontare e in tradizione Zeldiana richiedono l’uso dei vari oggetti chiave del dungeon per affrontrarli, combinati a piacevoli sezioni di combattimenti più nude e crude che necessitano una discreta abilità per non fallire miseramente. Una novità introdotta con questo episodio è la libertà di scelta nell’ordine con cui affrontare i vari dungeon nel corso dell’avventura (ovviamente tutto ciò legato ai vari vincoli della storia), legata all’introduzione di un personaggio: Lavio.

Lavio_600x600Lavio è un mercante itinerante in cerca di una bel posto in cui allestire la propria bottega e la troverà nella vostra casa, lasciata gentilmente da Link a sua completa disposizione, in cambio della possibilità di noleggiare quegli oggetti tipici del brand al prezzo di 50 – 100 rupie, i quali li perderete in caso di una vostra morte prematura. Più in là con l’avventura avrete anche la facoltà di acquistarli definitivamente con un prezzo di 800 – 1200 rupie in base all’oggetto scelto e rimarranno vostri anche in caso di morte. A questo si affianca la barra per l’energia unica degli oggetti (e anche dell’abilità “affresco” di Link) che va a sostituire le munizione dei vari oggetti. La suddetta barra si scaricherà con l’uso dei vari oggetti e si ricaricherà semplicemente attendendo qualche secondo; detta così sembra roba da fantascienza uscita da un Call Of Duty  o da un qualsiasi FPS ma al contrario è una novità che funziona, rendendo l’azione più fluida e evita le solite situazioni in cui se in un determinato dungeon servivano le bombe sicuramente le avresti trovate rompendo vasi e tagliando cespugli. Così si avranno sempre a disposizione a patto di avere energia a sufficienza. Questa nuova gestione degli oggetti porta a una maggiore libertà di azione e, se vogliamo, anche a un senso di smarrimento nelle battute iniziali dell’avventura, senso che svanirà rapidamente e diventerà subito voglia di scoprire più luoghi e segreti possibili all’interno di Hyrule. Quest’ultima infatti sarà completamente esplorabile sin dall’inizio e con il noleggio dei giusti oggetti dal nostro bottegaio di fiducia saremmo in grado di scoprire ogni anfratto del mondo di gioco. Ciò rende possibile affrontare un tale dungeon piuttosto che un altro o di visitare i più remoti e angusti angoli di Hyrule in qualsiasi momento noi vogliamo, il che potrebbe creare qualche problema di gestione della curva della difficoltà ma qui, al contrario, riesce a rimanere sempre accessibile a tutti (in pure stile Nintendo) e forse anche un pò bassa per quanto riguarda i combattimenti, mantenendo invece gli enigmi sempre impegnativi. In più a tutto questo ci viene in soccorso Irene, apprendista della strega, che ci fornirà un pratico campanellino con il quale sarà possibile chiamarla in qualsiasi momento e ci trasporterà tra i vari “avamposti” da noi già scoperti, riducendo sensibilmente i tempi morti e facilitando ovviamente gli spostamenti.

Se dal punto di vista del gameplay è evidente l’eccellenza del titolo, altrettanto lo si può dire del lato tecnico. Questo episodio ripercorre lo stile del suo predecessore avendo uno stile cartoonesco e colorato ma senza l’uso del cel-shading tipico di Wind Waker e dei suoi due seguiti su Nintendo DS. La grafica è pulita e rifinita, le texture ben definite e sempre fluido senza rallentamenti di sorta anche con il 3d attivo ( a proposito uno dei migliori effetti 3D della ludoteca 3DS con funzionalità anche legate al gameplay nell’esecuzione di alcuni salti e uso delle piattaforme su più piani nei livelli del gioco grazie alla profondità data dall’effetto 3D); probabilmente è quello che di meglio il 3DS ha da offrire, forse secondo solo a Luigi’s Mansion 2 ma bisogna dire che quest’ultimo ha spazi più ristretti. La visuale è ripresa da quella dall’alto di A Link To The Past ma leggermente inclinata. Il design dei personaggi li trovi particolarmente senza personalità, soprattutto Link, con i modelli dei vai personaggi molto caricaturali, che non rimangono molto impresso durante lo svolgersi dell’avventura. Ma una delle numerose ciliegine sulla torta che ha a disposizione il titolo (e che farà scendere più di qualche lacrimuccia ai giocatori più anzianotti) è il comparto sonoro sia per quanti riguarda l’effettistica ma soprattutto la colonna sonora.

A-Link-Between-Worlds-Artwork-1

La colonna sonora propone molti dei temi storici della serie di Zelda con masterpiece tutti orchestrati (quindi anche qui addio finalmente ai MIDI) come la Zelda’s Lullaby quando ci si trova al cospetto della principessa Zelda, l’Overworld Theme (il classico tema quando si è in esplorazione per Hyrule), il tema del Dark World quando si viaggia per Lorule e la rilassante sinfonia del Villaggio Calbariìco, alternati a musiche originali altrettanto valide che ci accompagnano all’interno dei nuovi dungeon. Il risultato dell’arrangiamento orchestrale è eccezionale, con i vari temi che compongono l’avventura che si alternano fra loro e cambiano in base alle azioni che si stanno svolgendo, sempre in maniera molto azzeccata.

La trama è abbastanza classica per la serie e forse l’unico punto debole del titolo ma che di certo non sempre è stato l’aspetto migliore della serie. Le premesse sono le classiche del franchise con il nostro caro protagonista classico eroe per caso e il villain di turno, Yuga, che mira al potere rapendo la nostra amata principessa Zelda e i Sette Saggi. La storia ha però sicuramente poca carica emozionale anche nelle sue fasi più concitate, a causa dei filmati che risultano molto piatti, usando spesso la stessa telecamera di gioco, la quale non riesce a trasmettere quel pathos necessario per rendere il tutto veramente epico. Tutto ciò soprattutto in confronto agli ultimi capitoli della serie destinati alle ammiraglie casalinghe di Nintendo, cioè Wind Waker, Twilight PrincessSkyward Sword. La durata è forse minore rispetto agli ultimi capitoli della serie, completandolo in circa 13-15 ore (non è presente un contatore interno al gioco) facendo alcune delle attività secondarie che affiancano l’avventura, che sia la raccolta dei 100 Maimai (io ne ho raccolti circa 60) che aiutano a migliorare i vari oggetti (solo quelli acquistati), o la ricerca delle 5 ampolle messe a disposizione, piuttosto che la classica ricerca dei frammenti portacuori in giro per tutto il mondo di Hyrule e Lorule e i vari mini-giochi per guadagnare più rupie.

 

The-Legend-of-Zelda-A-Link-Between-Worlds-2-1280x8002Questo The Legend Of Zelda: A Link Between Worlds è in definitiva un eccellente episodio della serie, forse il migliore soprattutto in ambito portatile, più ristretto e concentrato, ma migliore di quello Skyward Sword ultimo episodio sull’ammiraglia casalinga di Nintendo. A Link Between Worlds si trova sia a solidificare le basi stesse della serie, sia a rinnovarle e a portare una gradita ventata d’aria fresca a questo storico brand. Accompagnato da un ottimo impianto grafico e da una grandiosa colonna sonora, questo titolo basa tutta la sua potenza su ciò che è l’essenza del videogioco: il gameplay, il level design, il divertimento e la soddisfazione di risolvere quel determinato enigma piuttosto che aver trovato quell’apparentemente irraggiungibile ultimo frammento di portacuore e tutto ciò lo esegue in maniera magistrale da scuola del videogioco.

 

 

Eccetto dove diversamente indicato, tutti i contenuti di Left4Nerd di http://www.left4nerd.altervista.org
sono rilasciati sotto Creative Commons Attribuzione -Condividi allo stesso modo (BY-SA) 3.0 Italia License.