GTA 5 è veramente un capolavoro?
È stato probabilmente il gioco più atteso della generazione, ha avuto una mole pubblicitaria e un hype senza precedenti e alla sua uscita ha polverizzato ogni record di vendita non solo nell’industria videoludica, ma in tutta l’industria dell’intrattenimento: parliamo ovviamente di Grand Theft Auto 5, l’ultima fatica di Rockstar Games. Il gioco ha trovato il favore del pubblico e della critica grazie a personaggi carismatici e ben caratterizzati, ad una grande mappa completamente esplorabile, ad una realizzazione tecnica mai vista prima e ad un online che prometteva varietà, completezza e puro divertimento. Ma GTA V è veramente il giocone di cui tutti parlano? Non proprio, e ora vi spiego il perché.
Singleplayer
Partiamo dal single player, com’è giusto che sia, visto che non ci troviamo davanti ad una modalità raffazzonata e messa lì tanto per fare come in un qualsiasi Call of Duty o Battlefield.
Come in ogni GTA abbiamo una vasta mappa che comprende città, deserti e montagne piene di vita e con molteplici attività da svolgere, come gare, triathlon e battute di caccia; la main quest offre delle missioni molto divertenti, personaggi carismatici e situazioni folli in puro stile Rockstar. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica, e il single player non è esente da difetti. Partiamo analizzando la main quest, appunto: la storia è composta da 69 missioni; potrebbero sembrare molte, ma certe si completano in pochi minuti e molte sono poco ispirate e ripetitive, e tralasciando le attività secondarie il gioco si può completare tranquillamente in meno di venti ore.
Passiamo al free roaming. La mappa, come detto, è completamente esplorabile e di notevoli dimensioni; peccato che non esistano edifici esplorabili come succedeva in San Andreas o GTA IV, e che siano scomparsi perfino i vari fast food e pizzerie, conosciuti e amati da ogni appassionato di GTA. La scelta degli sviluppatori è chiara: per offrire un livello di dettaglio alto e senza sbavature tecniche bisognava tagliare qualcosa; peccato che le sbavature tecniche ci siano, con intere parti della mappa che a volte vengono caricate in ritardo.
Altra scelta discutibile riguarda il combattimento melee e a mani nude: i nemici o i semplici passanti andranno il più delle volte ko con un semplice pugno o una spinta; chi giocando a GTA non è andato in giro a picchiare npc random solo per il gusto di farlo? Bè, vi passerà la voglia quando vi renderete conto di avere davanti a voi dei manichini di cartone.
Per finire, le tanto decantate esplorazioni sottomarine sono state infilate in una mera side quest e non rispecchiano minimamente le aspettative create con annunci e trailer, mentre le novità riguardo le armi (oltre al modding, comunque molto scarno) e gli incontri casuali sono prese pari pari da Red Dead Redemption.
Multiplayer
La modalità online di GTA ha goduto di un’aspettativa forse ancora maggiore rispetto al comparto singleplayer: avere a disposizione l’intera mappa di gioco e condividerla con altre 15 persone in gare, deathmatch e semplice cazzeggio è sempre stato il sogno di ogni appassionato di GTA. Peccato che il tutto non funzioni a dovere.
Partiamo dai deathmatch: il fatto di avere a diposizione tutte le armi allo stesso momento, la completa assenza di classi e customizzazioni, la mira assistita e le coperture in terza persona che permettono di vedere aldilà degli ostacoli gli eventuali nemici tolgono un qualsivoglia spessore ai match, lontani anni luce dal livello di cura di giochi come COD, Battlefield o qualsiasi altro FPS (perché diciamocelo, i deathmatch hanno senso in prima persona, non in terza) e modalità multiplayer uscita negli ultimi anni.
Passiamo alle gare in moto, macchine, aerei e barche: qualsiasi mezzo sceglierete vi ritroverete a fare a sportellate fino all’arrivo, con uno spessore e un realismo degne di ModNation Racers.
Finiamo con le missioni: all’inizio sono divertenti e varie, ma già dopo il livello 20 cominceranno ad essere una la fotocopia dell’altra, stancandovi ben presto e rimanendo a marcire fra i messaggi del telefono.
Bug e glitch
La parte più dolente dell’intera esperienza di GTA V sono proprio i bug e glitch, e non c’è da sorprendersene, visto la scarsissima qualità con cui i giochi escono negli ultimi tempi e le decine di patch correttive che escono ogni settimana e anche a distanza di mesi per ogni gioco. Il singleplayer è la modalità meno toccata da bug e glitch vari, ma non ne è affatto esente. È facile infatti imbattersi in bug gravi che non fanno progredire la missione principale, costringendo il giocatore a ricominciare da capo l’intera avventura; a qualcuno (e parlo anche per esperienza personale) è capitato di saltare di netto una missione principale e fare le altre, arrivando alla fine del gioco con 68 missioni completate su 69, precludendo così il completamento del gioco.
Passiamo all’online, anche chiamato GTBug Online. Il lancio della modalità è stato un completo disastro: gli sviluppatori hanno avuto la grandiosa idea di mettere una gara obbligatoria come ”tutorial” al multiplayer, creando una confusione incredibile nelle prime ore di lancio, un sovraccarico dei server e una marea di disagi per i player di tutto il mondo, che si bloccavano alla gara e non riuscivano ad avanzare nel gioco online. Nei giorni successivi è comparso un bug ancora più grave, che faceva perdere completamente il proprio pg online e faceva ricominciare da capo l’esperienza multiplayer. Il tutto condito da server spesso sovraccarichi che non salvavano i progressi e bug secondari come capigliature che scomparivano. Ai bug si sono affiancati i glitch, con giocatori che hanno trovato il modo di vendere all’infinito i propri mezzi e accumulare così delle piccole fortune. Rockstar non è stata guardare, anzi, ha fatto uscire una patch dopo l’altra. Peccato che le suddette non solo non riparassero i fastidiosi errori, ma portavano nuovi bug, nuovi glitch, nuovi problemi e il ritorno di errori gravi come la perdita dei salvataggi. Aggiungiamo il glitch che permetteva di uscire dalla mappa, rendendo i player invincibili, la scomparsa di tutti i giocatori dalle lobby, peraltro spesso deserte, le casse rifornimento buggate nove volte su dieci, i tempi di caricamento biblici e l’ultimo simpaticissimo bug che permette di raggiungere la città di North Yankton (teatro della prima missione del gioco, e teoricamente irraggiungibile al di fuori della missione e soprattutto online) attraverso uno specifico sfruttamento di glitch.
Capolavoro? Direi proprio di no, non tanto per la mole di contenuti (comunque scarna rispetto alle aspettative create nel corso dei mesi), ma per la bassa qualità e la cura assente nel comparto singleplayer e soprattutto multiplayer. Certi aspetti che ho riportato sono sicuramente soggettivi, altri però sono completamente oggettivi, e inficiano la qualità finale di un titolo che per molti, per primo il sottoscritto, si è rivelato una gran delusione.
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Simone Taroni
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The Oxian
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Dany Del Rey
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CHV
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CHV
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Simone Taroni
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nene
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The Oxian
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Oli Cris
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simone giorgi
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Dany Del Rey
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CHV
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CHV
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CHV
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CHV
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